Allenamento
L’allenamento è uno degli argomenti più discussi in questo periodo. L’allenamento è essenziale per stare bene, si sente dire. Ma cosa significa allenamento e come ci si allena per aumentare il senso di benessere?
Cosa serve perché l’allenamento sia efficace?
Allenamento è ben diverso da ripetizione di una serie di azioni e, per quanto sia utilissimo prendere l’abitudine di allenarsi, allenamento e abitudine non vanno proprio d’accordo. Innanzitutto l’allenamento va pianificato e programmato, non si naviga a vista, per quanto adattamenti e aggiustamenti siano essenziali per andare avanti. Cosa serve quindi per crearsi un programma di allenamento realmente efficacie e sostenibile? Pochi semplici elementi sono indispensabili.
- Uscire dalla comfort zone (con giudizio): allenarsi in quel che si sa già fare non aiuta a sviluppare nuove competenze, molto meglio sfidarsi, mettersi alla prova, perfino fare qualcosa che non si ama fare. Per scoprire qualcosa di nuovo e aprirsi realmente nuovi orizzonti, meglio allenarsi a farlo nelle aree in cui ci si sente più carenti e, magari, meno a nostro agio: nel migliore dei casi si scopriranno risorse che non si pensava di avere, nel peggiore si capirà perché quell’area proprio non fa per noi. In ogni caso si saprà molto di più su se stessi.
- Creare una progressione: non basta individuare un esercizio, bisogna avventurarsi verso attività via via più impegnative. Per questo è utile farsi aiutare da chi è già esperto: definirà un programma di difficoltà crescente che consentirà di mantenere alto il livello di sfida, ma bassi i rischi. Ma creare una progressione significa anche aumentare progressivamente il tempo dedicato a questa attività, specie se l’attività che avete scelto non vi appassiona granché
- Darsi dei tempi: definite quanto tempo volete dedicare a questa attività ogni giorno o ogni settimana e rivendicate questo tempo per voi. Che abbiate deciso di migliorare il vostro tono muscolare o di arrivare alla fine di Guerra e Pace, quel tempo è vostro, non fatevi venire sensi di colpa
- Registrare i risultati. Ve la ricordate la primissima cosa che avete cucinato? O il vostro primo tentativo di pre-adolescenti di vestirvi alla moda? Probabilmente in entrambi i casi sono stati dei bei pasticci. Personalmente ancora ricordo la “Torta di patate al cioccolato” realizzata su sollecitazione dell’insegnate di Applicazioni tecniche (già il nome della materia tradisce la mia età) sulla base di una ricetta probabilmente mai testata prima. La ricordano anche i miei genitori, povere cavie del mio esperimento e dei molti altri a venire. Senza quel ricordo indelebile probabilmente non avrei chiara la percezione di quanto l’allenamento abbia inciso sulla mia abilità di realizzare torte e, soprattutto, di scegliere le ricette. Registrare i risultati, per quanto poco soddisfacenti, vi darà la misura di quanto abbiate appreso, magari senza rendervene conto, non solo su ciò per cui vi state allenando, ma su voi stessi.
- Definire un obiettivo (ragionevole). Come sempre si arriva più facilmente in un posto se si sa dove si vuole andare. Magari il percorso sarà diverso da come ce lo siamo immaginato, ma sapere quale sia la meta ci aiuta a ricalcolare nelle deviazioni e di fronte agli ostacoli. Definire chiaramente un obiettivo significa anche capire se quella meta mi interessa realmente.
- Riconoscere i risultati. Datevi gran pacche sulle spalle quando ottenete un risultato, quando superate un ostacolo, quando riuscite a persistere oltre il fallimento e quando imparate qualcosa da un errore. Già decidere di allenarsi è un progresso, proseguire una continua conquista e una fatica: allenatevi anche a farvi i complimenti per quello che fate, non per dei talenti o delle qualità innate. Forse questo è proprio l’allenamento più difficile.
Come allenarsi
Secondo uno studio del 1993 per acquisire qualsiasi competenza basterebbe una giusta quantità di ore dedicate alla pratica intenzionale o “deliberate practice” di una attività per esserne padroni. Questo studio ha creato il famoso mito delle 10.000 ore necessarie per diventare esperti di qualunque cosa. In realtà non è proprio così. I fattori che influenzano la reale padronanza di una competenza non sono ancora stati definiti ma le ricerche sono concordi nel ritenere che se non è affatto vero che la pratica rende perfetti, è un fatto che la pratica intenzionale, l’allenamento, rendano migliori e contribuiscano enormemente alla nostra soddisfazione.
In cosa si distingue la pratica intenzionale dal semplice allenamento? Semplice: nel primo caso scelgo, mi programmo e lo faccio per me. Non studio perché lo richiede la scuola o il lavoro, non perché mi venga imposto dall’esterno o per ottenere uno specifico risultato. Lo faccio per il piacere di crescere, di migliorarmi, perché penso che forse un giorno mi sarà utile, anche se non è una necessità immediata.
La pratica intenzionale
Vi propongo quindi una semplice guida utile a stimolare la pratica intenzionale nei bambini e nei ragazzi. Potete trovare la versione originale in inglese qui. Nella stessa pagina troverete anche, nella sezione “Why to try it” i riferimenti scientifici che suggeriscono che questo tipo di allenamento sia molto utile da acquisire sin da piccoli e da continuare a mettere in pratica da adulti, per fare propria la attitudine all’apprendimento continuo, competenza trasversale ormai essenziale nel mondo del lavoro.
I suggerimenti non sono validi solo per i bambini, ma per chiunque voglia cominciare ad allenarsi.
Pratica intenzionale (per i bambini)
I bambini si esercitano per raggiungere tutti i tipi di obiettivi: scrivere i loro nomi, dribblare un pallone da basket, suonare una canzone alla chitarra. La pratica intenzionale è una tecnica basata sui risultati di molte ricerche che renderà le loro esercitazioni più efficaci in modo che possano migliorare nel tempo.
Insegna ai tuoi figli questi quattro principi di pratica intenzionale:
- Lavorare sulle debolezze: piuttosto che fare cose che già sanno fare bene, i bambini dovrebbero concentrarsi sulle cose che sono difficili per loro. Ad esempio, potrebbero riprodurre la parte del loro assolo di tromba con le note alte con cui hanno avuto problemi, piuttosto che le parti che conoscono bene.
- Concentrati al massimo: insegna ai bambini a evitare distrazioni che rendono difficile rimanere focalizzati sull’attività, come rumori, social media o persone nelle vicinanze. Invece di scrivere un saggio con il telefono accanto a loro mentre escono con gli amici, potrebbero andare in una biblioteca silenziosa e infilare il telefono nello zaino.
- Ottieni feedback: incoraggia i bambini a scoprire cosa hanno fatto bene e dove hanno commesso errori chiedendo a un insegnante o a un allenatore o controllando il loro lavoro. Ad esempio, se hanno commesso errori nei compiti sulle divisioni a più cifre, potrebbero rivedere di nuovo il loro lavoro e parlare con il loro insegnante su come risolvere correttamente questi problemi in futuro.
- Ripeti fino alla padronanza: incoraggia i bambini a continuare a lavorare sui loro punti deboli, a proseguire l’attività e a ottenere feedback fino a quando non raggiungono il loro obiettivo specifico.
Poiché la pratica intenzionale è difficile, puoi offrire alcuni suggerimenti per motivare i tuoi figli a impegnarsi in essa:
- Rivaluta il fallimento: insegna ai tuoi figli che il fallimento è una parte normale dell’apprendimento rassicurandoli sugli errori. Condividi le tue esperienze di fallimento con i tuoi figli, così imparano che a volte falliamo tutti e questi fallimenti ci insegnano lezioni che ci aiuteranno in futuro.
- Ripensa alla frustrazione e alla confusione: insegna ai tuoi figli che la frustrazione e la confusione sono una parte naturale dell’allenamento. Incoraggiali a vedere questi sentimenti come segni che si trovano nella “zona di estensione”, lo spazio che ci aiuta a sviluppare nuove abilità.
- Riconsidera il talento: leggi libri, guarda interviste in TV o ascolta podcast, con i tuoi figli, che si concentrano su come musicisti, atleti o attori lavorano sulla loro arte per avere successo. Parla con i tuoi figli di come i loro giocatori o attori preferiti trascorrono molte ore a esercitarsi e ottenere feedback dai loro allenatori o registi. Ricorda ai tuoi figli che anche loro possono migliorare cercando feedback e prendendosi il tempo per esercitarsi.
- Condividi l’esperienza: incoraggia i tuoi figli a condividere le loro esperienze di fallimento, frustrazione, allenamento e successo con amici e familiari. Chiedi loro di riflettere sul valore dell’esercitarsi e su come stanno imparando non solo ad aspettarsi che il fallimento, la frustrazione e la confusione facciano parte del processo, ma a sentirsi più a proprio agio con quelle esperienze lungo il cammino.
Vuoi condividere la tua esperienza di allenamento con me? Contattami
a info@farisano.com e sarò felice di
essere la tua coach, in una sessione gratuita, e aiutarti a definire il tuo
programma, qualunque sia l’allenamento che vorrai intraprendere.
Non aspettarti una cheerleader però: le uniformi, specie quelle con le
gonnelline corte, non mi donano granché 😉